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La
vera sfida dell’orientamento oggi non è quella di liberare l’Uomo
dalla complessità, ma è di proporgli una nuova fierezza dell’essere
Uomo e una nuova responsabilità dell’essere Uomo.
Ciò gli consentirà – come afferma Maria De Benedetti, psicologa
dell’apprendimento, – di collocarsi nel mondo con autorevole
efficacia.
Quest’Uomo, attrezzato tecnologicamente, conosce e accetta la storia
da cui proviene e insieme difende il diritto-utopia di progettare il
futuro.
La scuola, a questo proposito, non può essere l’unico luogo/tempo
dell’incontro nè può risolvere tutto con il suo specifico modello di
formazione.
L’informazione è necessaria ma di per sè non orienta: anzi, per
fruirne è necessario avere un orientamento.
L’esperienza invece
produce orientamento su sè e sul mondo.
Ed è su questa convinzione che la Direzione Generale dell’Istruzione
Secondaria di I grado del Ministero della Pubblica Istruzione( ora
non più presente contale denominazione nel nuovo organigrammma del
Miur) ha promosso il Progetto per la formazione orientativa nella
scuola media allo scopo di sviluppare una cultura dell’orientamento
più funzionale al momento storico attuale, alle innovazioni
introdotte nel sistema scolastico, a partire dalla legge
sull’elevamento dell’età dell’obbligo scolastico (legge n. 9 del 20
gennaio 1999) e agli scenari sopra tratteggiati.
La formazione orientativa costituisce – nella dimensione culturale
ed economica dell’Unione Europea – una fondamentale componente
strutturale del percorso formativo di ogni persona lungo tutto
l’arco della vita e si traduce, sul piano operativo, in un insieme
di attività mirate a far acquisire conoscenze e competenze, accanto
a riferimenti valoriali condivisi e codificati in documenti
riconosciuti come fondanti la convivenza civile e sociale, come sono
la Carta Costituzionale, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, la
Carta dei diritti dell’Infanzia, che servono alla persona, al
cittadino, al lavoratore, al professionista per vivere, agire e
assumere responsabilità in una società complessa qual è quella
attuale.
La specificità curricolare e metodologica della scuola media si
definisce anche in rapporto alle esigenze psicologiche e alle
potenzialità dei ragazzi e delle ragazze dagli 11 ai 14 anni di età.
Il giovane e la giovane, rispetto ai quali si articola il farsi di
una identità in evoluzione, che è insieme personale, di genere,
culturale e in prospettiva anche professionale, devono soprattutto
distinguere e comprendere sè stessi in modo autonomo e personale.
Gli insegnanti nella loro differenziazione disciplinare e di
personalità, la scuola come luogo di vita e come comunità di lavoro,
il gruppo dei pari (dentro e fuori della scuola) rappresentano tutti
dei possibili interlocutori. Ma accanto alle conoscenze e alle
metodologie proprie dei campi di ricerca, è soprattutto importante
che i giovani di questa età possano sperimentare il gusto e la
difficoltà di arrivare a qualche prodotto visibile e possibilmente
comunicabile all’esterno.
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